Lamodellista

Come passare dal Disegno al Modello:
un'esclusiva dietro le quinte del mio Lavoro!

Fino a qui vi ho mostrato molte cose sul mio lavoro ma ce ne sono tantissime altre ancora da scoprire, oggi vi parlerò di come funziona una volta che ricevo i disegni o figurini da un cliente.

Curiosi? Allora continuate a leggere per saperne di più!

Nel momento in cui ricevo dei disegni o delle foto che siano, da un cliente per realizzare i cartamodelli della collezione, fissiamo insieme una call o meglio ancora se possibile un appuntamento di persona per poterne parlare.

Ma di cosa parliamo nello specifico? Di seguito i vari punti salienti …

Immagine del capo → insieme cerco di capire attraverso domande , che tipo di immagine si vuole dare al capo , ma anche alla collezione in generale. Questo mi serve per capire la linea da seguire e apportare al resto dei modelli, a volte capita che ci sono più idee in testa e altre volte invece non si ha ben chiaro che strada prendere… beh in quel caso il mio compito diventa ancora più difficile!

Vestibilità → mi sentite parlare spesso di questo termine e ormai sapete (spero!) bene di che cosa si tratta. Per me è importante capire che vestibilità si vuole dare al capo: molto aderente per abiti o maglieria, over per felpe o capispalla, regular per pantaloni e così via… Insomma questo passaggio fa davvero la differenza, sbagliare vestibilità significa ricominciare da capo!

Tessuti e Lavorazioni → anche di questo passaggio ne abbiamo parlato spesso ma in questo caso il tessuto mi serve per capire che tipo di confezione utilizzare nel cartamodello e soprattutto se è possibile realizzare quel modello in quel tessuto specifico.

Anche parlare insieme alla cliente che competenze/manualità si ha in fatto di confezione perché a volte succede che si vuole una lavorazione molto semplice e veloce , altre volte una lavorazione più complessa che porta via più tempo.

Aspetto generale → ovvero che tipo di impunture e rifiniture interne realizzare nel capo.

Sviluppo taglie → ogni cliente ha in testa quanto e che tipo di taglie sviluppare il modello, insieme capiamo la fattibilità o troviamo una soluzione.

 

Se siete arrivati fin qui, grazie per esservi uniti a me nel dietro le quinte del mio mondo creativo! Ma il viaggio continua, e ci sono ancora molti segreti da scoprire. Tornate presto sul mio blog per nuovi tips , dettagli intriganti e ispirazioni.


Lezioni che ho imparato

sulla Modellistica e Cartamodelli

Prendere le misure per realizzare un cartamodello può sembrare un’operazione scontata, ma la realtà è che molte 

persone finiscono per affidarsi all’intuito o a consigli sentiti dire, scoprendo poi che non è così semplice.

 

Per garantire la precisione, è fondamentale seguire alcune linee guida di base.

Cosa Serve:

– Metro da Sarta

– Carta e penna

– Specchio (indispensabile!)

Posizionamento e Specchio: Posizionarsi davanti a uno specchio è essenziale per assicurarsi che il metro sia posizionato correttamente. Questo piccolo dettaglio può fare la differenza nella precisione delle misurazioni.

Misure Anatomiche e Vestibilità: Le misure prese a contatto con la pelle del corpo sono chiamate anatomiche e sono escluse dalla vestibilità. Quando creiamo il nostro cartamodello, dobbiamo comprendere la vestibilità desiderata, ossia i centimetri in più che aggiungiamo al cartamodello, distribuiti in varie circonferenze.

CIRCONFERENZE

  • Torace (al di sopra del seno)

  • Circonferenza seno

  • Vita (in linea con l’ombelico)

  • Primo bacino (5 cm sotto l’ombelico, utile per pantaloni)

  • Bacino (punto più largo del corpo)

  • Circonferenza coscia, ginocchio, polpaccio, caviglia

  • Circonferenza muscolare del braccio

  • Circonferenza spalle dietro (da osso a osso)

  • Circonferenza polso, collo e testa (per capi aderenti)

LUNGHEZZE & LIVELLI

  • Lunghezza centro dietro (dall’osso del collo, determina la lunghezza di abiti e capispalla)

  • Lunghezza del punto seno (indispensabile per creare pince e sfoghi)

  • Livello vita dietro (dall’osso del collo fino al restringimento della vita)

  • Livello vita davanti 

  • (solitamente +2 cm rispetto al livello vita dietro)

  • Livello bacino

  • Livello ascellare

  • Lunghezza fianco (dal punto vita fino a terra)

  • Lunghezza manica dal centro dietro (dall’osso del collo al polso, piegando il braccio)

  • Lunghezza cavallo davanti e dietro (presa da seduti, dal punto vita davanti a quello dietro)

Queste misure formano la base per un modello di carta preciso. Altre misure possono essere aggiunte a discrezione.

Prendere le misure può sembrare un passo ovvio, ma è fondamentale per garantire il successo dei tuoi progetti di cucito. Ricorda di consultare regolarmente il mio blog per ulteriori curiosità e consigli pratici sul mondo dell’artigianato e del cucito. Restate sintonizzati per nuovi contenuti entusiasmanti!

Lezioni che ho imparato sulla Modellistica e Cartamodelli

Oggi desidero condividere alcune riflessioni sulle lezioni apprese nel mondo del lavoro e della modellistica, evidenziando errori che, solo attraverso la pratica e gli sbagli, ho imparato a evitare.

Non dare per scontato un cartamodello e mancare gli adeguati controlli. Creare la base di un modello senza testarla e collaudarla almeno un paio di volte non garantisce la perfezione. Inizialmente, pensavo che il mio approccio fosse corretto, ma solo lavorando a stretto contatto con esperti ho compreso l’importanza delle prove ripetute per ottenere risultati di qualità.

Pensare di aver imparato tutto sulla modellistica. Dopo aver acquisito le basi e alcuni trucchi per creare modelli, pensavo di aver raggiunto un punto di competenza soddisfacente. Tuttavia, ogni nuovo cartamodello è un’opportunità per imparare nuove trasformazioni e tecniche. Come mi è stato sottolineato: “In questo mestiere, non si smette mai di imparare, neanche alla fine della tua carriera.”

Credere che un corso specializzato in modellistica fornisca basi perfette e segni completamente il mestiere. All’inizio della mia carriera, mi sono resa conto che, nonostante gli studi alle superiori con un indirizzo specifico in moda, mancavano le basi pratiche. Così mi sono iscritta a un corso professionale pensando fosse la soluzione a tutti i miei problemi… ma non ha sostituito l’importanza della pratica, dell’esperienza accumulata nel tempo, della pazienza e degli inevitabili errori.

Avere un metodo di lavoro è fondamentale. Senza un rotta ben definita, trovare la strada nel mondo della modellistica diventa un compito arduo. La stessa logica si applica alla creazione di un cartamodello: senza un metodo strutturato con vari punti da seguire, il risultato ottenuto non sarà ottimale. Un approccio metodico è essenziale per raggiungere il successo in questo campo.

La necessità di una pratica continua e di una mentalità aperta all’apprendimento è fondamentale per intraprendere una carriera in questo mestiere. Gli errori del passato si trasformano in preziose lezioni che, insieme all’esperienza accumulata nel tempo, plasmano un percorso di crescita professionale. La consapevolezza che il cammino non si esaurisce mai, che ogni modello è un nuovo capitolo da imparare, diventa il motore che spinge verso una costante evoluzione. In questo intricato tessuto della modellistica, abbracciare il progresso come un compagno di viaggio diventa la chiave per raggiungere traguardi sempre più alti, testimoniando la bellezza della ricerca della perfezione nell’imperfezione stessa.


Strumenti del mestiere

Creare cartamodelli tra Arte Sartoriale

e

Tecnologia industriale

L’arte della creazione di cartamodelli è una pratica affascinante che gioca un ruolo cruciale sia nella sartoria tradizionale che nell’industria della moda moderna. La capacità di trasformare tessuti in capi d’abbigliamento eleganti e funzionali richiede un mix di creatività e precisione, ma anche gli strumenti giusti per raggiungere l’obiettivo desiderato.

In questo articolo, esploreremo gli strumenti ei materiali essenziali che sono utilizzati in entrambi i contesti, sia nella sartoria artigianale che nell’industria della moda. Dalla tradizionale sartoria all’uso della tecnologia CAD, scopriremo quali strumenti sono fondamentali per creare cartamodelli di successo.

Gli Strumenti Chiave per la Creazione di Cartamodelli

Metro da Sarta : Questo strumento versatile è fondamentale per rilevare le misure anatomiche e misurare i capi finiti.

Manichino : Disponibile in diverse forme e dimensioni, il manichino è essenziale per modellare e adattare i cartamodelli.

Carta da Modello : Una carta leggera e semitrasparente che permette di rilevare i pezzi e piazzarli sul tessuto o sul manichino.

Righe, Squadre e Curvilineo : Strumenti utili per segnare i tracciati base di un modello e per creare curve sinuose.

Forbice per Carta/Cutter : La scelta di un buon paio di forbici può fare la differenza nel taglio di un cartamodello.

Spilli : Fondamentali per fissare il cartamodello sul tessuto e per apportare modifiche durante il processo.

Punteruolo : utilizzato per copiare cartamodelli esistenti o rilevare dettagli da capi vintage.

PC con licenza CAD : Un elemento chiave nell’ambito industriale, una buona licenza CAD permette di creare cartamodelli in modo efficiente e veloce.

La creazione di cartamodelli è un’arte che richiede competenza e dedizione, sia che tu lavori nella sartoria artigianale o nell’industria della moda. Gli strumenti menzionati in questo articolo sono il fondamento su cui si basa questa pratica affascinante. Scegliendo attentamente gli strumenti giusti e combinandoli con la tua creatività, potrai aprire la porta a un mondo di possibilità nella progettazione di capi d’abbigliamento unici ed eleganti. Che tu sia un sarto tradizionale o un professionista dell’industria della moda, questi strumenti ti accompagneranno nel tuo percorso di creazione di cartamodelli di successo.

Continua a seguire il mio blog per scoprire altri segreti del mondo della moda e dell’abbigliamento di alta qualità!

Svelati i Segreti della Qualità nell'Abbigliamento:

Tessuti Termoadesivi e Bindellature

Quando si tratta di creare capi d’abbigliamento di alta qualità, la scelta delle tecniche giuste può fare la differenza tra un capo mediocre e un vero capolavoro di moda. In questo articolo, esploreremo due di queste tecniche spesso trascurate ma fondamentali: i tessuti termoadesivati e le bindellature.

Tessuti Termoadesivi

I tessuti termoadesivi sono una componente essenziale in molti capi d’abbigliamento di alta classe. Questi tessuti contengono uno strato di colla che si attiva quando sottoposto a calore. Ecco come funzionano:

Sovrapponi il tessuto termoadesivo al pezzo di tessuto che vuoi aderire, con il lato del rovescio del tessuto in contatto con il lato collante del tessuto termoadesivo.

Applica calore con un ferro da stiro, tenendo presente di regolare la temperatura ed evitare l’uso eccessivo del vapore, che potrebbe danneggiare l’adesivo o viceversa se non abbastanza a temperatura potrebbe non attaccarsi.

Vediamo quali esistono:

  • Tessuti Termoadesivi Leggeri (0-50 gr) : Ideali per capi in tessuti delicati come la seta o l’organza.

  • Tessuti Termoadesivi di Grammatura Media (100-150 gr) : Comunemente utilizzati per abiti come camicie, pantaloni e gonne. Ad esempio, sono perfetti per rinforzare i polsini e il collo di una camicia in popeline di cotone.

  • Tessuti Termoadesivi Indeformabili: Nel settore della camiceria, si fa spesso uso di questi, che sono tessuti compatti e rigidi. Questi sono ideali per rinforzare i colli e i polsini di una camicia, conferendo loro maggiore sostegno e forma. Si tratta degli unici tessuti termoadesivi con un’altezza molto bassa, intorno ai 75/80 cm.

  • Tessuti Termoadesivi Pesanti ed Elasticizzati: con grammature che variano da 180 a 360 gr, sono ideali per capi in tessuti come la lana o il panno, come giacche e cappotti. In questi casi, ogni componente del capo viene adesivato per conferire un aspetto di “pienezza” e garantire che il capo sia impeccabile quando indossato.

  • I tessuti termoadesivi elasticizzati sono utilizzati per capi con tessuti contenenti elastan, come il lycra o il jersey, particolarmente adatti alla stagione estiva.

Bindellature

Le bindellature svolgono un ruolo essenziale nel garantire la stabilità e la qualità dei capi d’abbigliamento. Esistono vari tipi di bindellature, ma le più comuni sono quelle in rete o cotone, sia semisbieche che in dritto filo. Questi accessori sono forniti in rotoli e variano in altezza a seconda del loro utilizzo più comune: da 0,5/0,7 cm per le bindellature in rete e da 1/1,2/1,5 cm per quelle in cotone, anche se ci sono disponibili altre altezze.

Dove e Come Applicarli

Le bindellature vengono applicate all’interno del capo, generalmente in punti in cui non devono essere visibili. Vengono fissate con un’impuntura lineare lungo il margine di cucitura. Ad esempio, nei pantaloni vengono posizionate nei cavalli per mantenere la lunghezza costante e prevenire deformazioni quando il capo è indossato. Vengono utilizzati anche nella vita di gonne e pantaloni per mantenere la circonferenza e nei punti critici degli scolli e delle spalle, specialmente quando si tratta di tessuti elastici. Inoltre, possono essere applicati in altri punti dove il tessuto potrebbe subire tensioni durante l’uso, una decisione che spesso viene presa durante la fase di confezione finale.

Con queste informazioni, sei pronto a scoprire i segreti che si nascondono dietro i tuoi capi d’abbigliamento preferiti e a comprendere il lavoro sartoriale che li rende unici. La bellezza sta nei dettagli, e ora hai una conoscenza approfondita su come questi piccoli accorgimenti possono fare una grande differenza.

Continua a seguire il mio blog per scoprire altri segreti del mondo della moda e dell’abbigliamento di alta qualità!

NOTE CARTAMODELLO

Inizialmente pensavo non fosse importante scrivere all’interno dei cartamodelli e invece con l’esperienza in prima persona e confrontandomi con chi deve cucire i miei cartamodelli ho capito quanto può essere utile dare maggiori informazioni possibili per facilitare il lavoro, diminuire i tempi di realizzazione e comunicare ciò che hai ragionato.

Di base è obbligo fornire una scheda lavorazione del capo con tutte le istruzioni su come confezionarlo e le misure utili in fase di lavoro.

Oggi parliamo di quali note utili possiamo inserire nel cartamodello stesso:

DRITTOFILO

Dovrebbe essere scontato ma ahimè non sempre è così e soprattutto non sempre viene rispettato quando si taglia il tessuto.

E’ importante segnare il dritto filo nel modo corretto in base a diversi fattori come il verso del tessuto se elastico o meno, se è presente una stampa o una scritta e anche in base al pezzo del cartamodello e la sua funzione.

ARRICCIATURA

Da segnalare in caso di un arriccio, la misura finita e il punto esatto di dove si vuole mettere l’arricciatura tramite delle tacche di fine e inizio tratto.

TACCHE

Attenzione a non dimenticare le tacche in un cartamodello, sono una specie di guida specialmente nei tratti molto lunghi da cucire o ad esempio in un pezzo che ha una forma uguale in tutti i lati e si può facilmente invertire il senso.

Tenete a mente che le tacche sono la seconda più importante da segnare dopo il drittofilo, e dimenticarsi anche solo una tacca può farvi sbagliare un intero passaggio.

SEGNALARE UN PUNTO PRECISO

Può sembrare banale quando si costruisce un cartamodello il verso del pezzo o la posizione di un punto, ma posso garantire che una volta in confezione con il tessuto in mano e senza un’indicazione precisa la difficoltà è maggiore di non capire quale sia il tratto e rigirare il pezzo sbagliando la cucitura.

POSIZIONE DETTAGLI

Se il vostro capo ha una tasca o un’abbottonatura con dei bottoni, segnalate la posizione sul cartamodello ragionando in che punto preciso volete quel tipo di dettaglio.

ALTRE INFORMAZIONI UTILI

Scrivere qualsiasi cosa può tornare utile per ricostruire la storia di un cartamodello per esempio se va inserito un elastico, se e quale tipo di impuntura fare nella spalla, segnalare la lentezza per tratto del colmo manica, indicare il centro davanti su un’abbottonatura ecc.

JERSEY & TESSUTI ELASTICI

Se si sceglie di utilizzare il materiale elastico come il jersey è bene tenere a mente queste informazioni prima di realizzare il cartamodello e il capo.

Innanzitutto consiglio di scegliere prima il tessuto e valutare la sua elasticità perché ci sono diversi tipi di jersey o maglia tra cui la costina, jersey non elasticizzato, la felpa garzata o meno ecc. Valutare l’elasticità del tessuto ti aiuta a capire che vestibilità dare al tuo cartamodello cioè nel caso di questo materiale quanti cm togliere alle misure di circonferenza per far stare bene il tuo capo una volta indossato, non solo è importante nel caso di una t-shirt con un collo molto accollato che ci sia la misura per il passaggio della testa o viceversa che non sia troppo largo e una volta indossato non faccia difetto.

Attenzione se nel caso il tessuto è poco sostenuto e tanto elastico, in questo può essere necessario fare una prova del calo del tessuto sia lavando prima del taglio che dopo averlo lavorato a macchina.

Cosa da non sottovalutare è anche il taglio del cartamodello sul tessuto perché se si utilizza ad esempio una maglina molto leggera un consiglio è quello di mettere uno strato di carta sotto al tessuto per tenerlo fermo il più possibile.

Altro punto importante sono le macchine da cucire utilizzate per confezionare un tessuto di jersey. La macchina lineare può andare bene ma utilizzando un ago per tessuti elasticizzati e regolate bene la tensione della macchina, valutate il piedino a doppio trasporto e la resa del tessuto dopo aver cucito una semplice impuntura, ovvio anche la lunghezza del punto è fondamentale e anche l’impostazione sulla macchina da cucire deve essere su un punto elastico. Io consiglio fortemente di utilizzare se si ha la possibilità una taglia cuci a 4 fili per confezionare l’intero capo dove si può, lasciando come margini di cucitura 0,7 mm.

Ma quali sono le lavorazioni e le impunture maggiormente utilizzate?

– 2 aghi bassa 0,32 mm / 2 aghi alta 0,64 mm. Utilizzata al fondo del capo o della manica.

– 1 ago a Riva. Utilizzata nello scollo quando si ha un collo rimesso, nella spalla o altri punti a piacere

– 1 ago cm 0,7/0,5. Utilizzata ad esempio nel coppino quando si ha un parasudore interno per pulire lo scollo, altri taglio a piacere del capo

– 2 aghi a cavallo (copertura). Utilizzata nei punti di unione come spalle, fondi con attacco di un polsino in costina (felpe), scolli con colli rimessi in costina, giromanica e tutti i tagli che ci possono essere nel capo.

Tenete sempre a mente il tessuto scelto e fate delle prove.

Altre lavorazioni

Parasudore è un bordo dello stesso tessuto (se leggero) che viene applicato internamente per rifinire solitamente lo scollo dietro, ma a volte può prolungarsi fino alle spalle. Viene impunturato 1 ago cm 0,7 e si vede esternamente l’impuntura.

Bindelli ebbene sì è importante utilizzare un bindello di rete h 0,5 mm anche in questo caso soprattutto in quei punti che non volete assolutamente che si allunghino. Esempio pratico lo scollo dietro o le spalle.

Consigli su come sdifettare un cartamodello!

Prima di sdifettare un cartamodello tieni a mente questi pratici consigli!

1- Verifica le misure del capo confezionato con le misure del cartamodello.

Capita molto spesso che il tessuto anche se lavato prima di essere cucito, una volta lavorato con la macchina da cucire si allunghi come ad esempio nel cavallo o si accorci ad esempio sull’interno gamba dei pantaloni.

È molto importante questa verifica perché possiamo già capire che il capo non rispetta il cartamodello e quindi valutare se apportare o meno le modifiche.

2- Stringere o allargare

Quando vuoi stringere in vita o sul fondo di un qualsiasi modello assicurati di farlo in modo proporzionale. Ovvero suddividendo ad esempio tra il davanti e il dietro i cm che vuoi aggiungere o togliere, questo ti aiuterà a non cambiare l’impostazione del modello e non trovarti poi con cuciture o movimenti strani, una volta confezionato il capo.

3- Controlli post modifica

Questo credo sia uno dei punti più fondamentali e obbligatori a mio avviso che ho imparato con l’esperienza e soprattutto sbagliando. E’ importante una volta fatte tutte le modifiche al cartamodello controllare qualsiasi tratto che corrisponde tra davanti/dietro o altri dettagli. Un esempio pratico può essere quando si sposta una pinces da un punto a un altro è bene fare il controllo della pinces chiusa per vedere che i ritorni siano corretti.

 

1- Saper spillare!

Uno dei punti che le persone danno per scontato è spillare un capo senza pensare a cosa si sta facendo o le conseguenze. È importante quando si punta uno spillo pensare in che modo poi andrò a fare la modifica nel cartamodello, quindi anche alla fattibilità.

Se ci pensate spillare un prototipo non è altro che un promemoria di quello che poi andremo a fare nel cartamodello.

2- Tagliare il tessuto e/o il cartamodello!

Una cosa buffa che ho imparato è che a volte non serve solo spillare ma è necessario tagliare un prototipo per capire che modifica fare: ad esempio se una camicia ha il fianco corto e fa uno strano tiraggio nel punto di unione tra davanti e dietro, provate a fare un taglio in linea con la cucitura del fianco e vedrete che il capo scende da solo, assestandosi. O altro esempio ancora è tagliare in verticale il fianco per capire se il davanti è corto rispetto al dietro (o viceversa). Questo passaggio lo potete fare anche prima sul cartamodello “cucito” in carta su manichino.

3- Togliere o Aggiungere cm al dietro

Quando in un abito o in un capospalla ad esempio nella parte dietro del capo abbondanza di tessuto (o viceversa) se è presente un taglio al centro e un fianchetto laterale è bene togliere verso il fianco e in modo omogeneo per evitare di toccare o modificare le lunghezze altrimenti è necessario ridare al fondo i cm che mancano. In ogni caso verifica sempre una volta fatta questa operazione le misure del cartamodello che siano invariate.

SU MISURA ...

Dietro a un capo fatto su misura c’è un grande lavoro fatto di ricerca e studio, dettagli e manualità.

Si parte dal prendere le misure anatomiche della persona facendo attenzione a essere precisi: circonferenza seno e torace (ovvero la circonferenza sopra al seno), sottoseno, la circonferenza della vita del 1° bacino, normalmente a 4/5 cm sotto all’ombelico, la circonferenza del bacino, della coscia e a volte anche il ginocchio; per capi con le maniche si prende la circonferenza del muscolo e del polso. Inoltre molto importante è prendere lunghezze come quella della vita, che si prende dall’osso del collo/nuca fino al punto vita e l’altezza del bacino, la lunghezza della manica fino al polso e del gomito; per i pantaloni ad esempio la lunghezza si prende dalla vita al fondo e dipende molto dal modello: attenzione nel caso si voglia far arrivare fino a terra, è da tenere in considerazione la scarpa se ha il tacco o meno.

Dopo aver preso le misure si può passare alla parte più “piacevole” ovvero la scelta del modello, della vestibilità e del tessuto.

Personalmente credo sia importante guidare il cliente verso una scelta più corretta del tessuto perché mi è capitato di dover lavorare dei materiali che non andavano bene per quel tipo di modello e questo incide moltissimo sul risultato finale.

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Ora si passa alla realizzazione del cartamodello e a un primo capo che io chiamerò “tela” e non prototipo, la differenza è che il primo rispetto al secondo viene realizzato su una tela di cotone e non viene rifinito, perché serve a capire se la strada intrapresa è quella corretta o meno, soprattutto per quanto riguarda la linea del capo e la vestibilità.

Quindi passiamo alla prima prova sul cliente e si inizia vedendo i difetti, spillando se necessario o addirittura tagliando il tessuto.

Ecco che tutte le modifiche fatte sulla tela si possono riportare sul cartamodello, facendo molta attenzione su come fare queste modifiche: non basta stringere, allargare o allungare ecc. ma studiare e pensare a come correggere i difetti e cercare di capire come vestire bene una parte del corpo è fondamentale.

Questa credo sia la prima regola del su misura il saper risolvere o trasformare quei “difetti” che io chiamo caratteristiche della persona: spalle rovesciate all’indietro o banalmente poco o molto seno, fianco largo e vita stretta… e così via.

L’arte del su misura è quella di saper adattare un capo alla persona e non viceversa, e questo è anche il suo più grande pregio!

Una volta che abbiamo il cartamodello pronto si può tagliare sul tessuto scelto, lavare il tessuto o passarlo con il vapore del ferro da stiro serve a far stabilizzare il tessuto e quindi a non ritrovarsi poi con il capo che si stringe una volta lavato o si accorcia.

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Dopo aver confezionato il capo si passa a un’altra prova con il cliente per vedere che il lavoro fatto sia corretto ed eventualmente fare ulteriori piccole modifiche, perché il grosso del lavoro è stato fatto a monte.

Tutti questi passaggi sono necessari per questo tipo di lavoro, e ci si può rendere conto di quanto impegno, tempo, studio e tanto altro ci sia dietro a un solo semplice capo!

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Cosa possiamo fare per essere più Sostenibili

Domenica scorsa ho partecipato a un evento nella mia città a cui non potevo mancare, ovvero un talk riguardante il settore tessile correlato al concetto di sostenibilità a livello locale.

Matteo Ward era uno degli ospiti dell’evento e sicuramente ne avrete sentito per la sua docuserie trasmessa gratuitamente su youtube (link  https://www.youtube.com/watch?v=fOpqsvYOx54&t=3s ) consiglio vivamente per chi non l’avesse vista di guardarla per rendersi conto dell’impatto che l’industria tessile ha sul mondo.

Questa serata mi ha fatto molto pensare al perché a volte non ci rendiamo conto di cosa significa acquistare consapevolmente o cosa comporta fare determinate scelte, ma non solo anche capire da dove si può partire nel nostro piccolo e fare qualcosa di concreto per cambiare determinate regole di questo sistema.

Ward dice nella sua intervista che inizialmente ha cercato di comprendere come attenuare l’impatto ambientale ma in modo un po’ superficiale e man mano che approfondiva la sua missione il suo pensiero si è evoluto grazie alle esperienze fatte, alla scoperta di alcuni processi e nella ricerca; con il tempo quindi si è reso conto che effettivamente non ha importanza quanto il capo acquistato da un brand sostenibile o meno sia fatto di cotone organico o con una fibra naturale, né tantomeno se è stato tinto con colori non inquinanti perché questo non impedisce a un capo d’abbigliamento di diventare un rifiuto una volta fatto il suo ciclo. E vi chiederete perché? Perché il modello di business su cui è fondata la società in cui viviamo oggi alimenta un sistema di sovrapproduzione.

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Si parla spesso di scelte ed effettivamente chiunque di noi ha la possibilità di farlo sempre: possiamo scegliere di comprare un capo prodotto dall’altra parte del mondo come a 10 metri da casa nostra, scegliere di comprare un abito fatto al 90% di plastica così come al 100 % di fibra naturale; altresì di comprare un indumento usato o nuovo.
Comunque sia la scelta prima o poi ci stancheremo di questo vestito perché la moda lo richiede, perché fa parte della nostra persona, del sentirsi bene in abiti diversi, ma se nel momento in cui noi decidiamo di gettare un abito del nostro armadio pensassimo che questo vestito potrebbe volerlo riutilizzare qualcun altro? Entrerebbe in gioco il cosiddetto “Recycling”, il ricircolo vero e proprio del prodotto.
Ci sono diversi modalità per riciclare quei capi che non si possono rimettere nel mercato perché macchiati o danneggiati, tra cui farli diventare filato se sono composti al 100% di una sola fibra naturale o sintetica, ma purtroppo non può avvenire per tutti gli indumenti perché quando esiste una percentuale di più fibre all’interno del tessuto c’è solo una direzione che può prendere e cioè diventare rifiuto che va in discarica o inceneritore. Diventa rifiuto perché è materiale multi fibra quindi vuol dire avere più filati e ad oggi non esiste un modo per riciclare questo prodotto.
Questo è il discorso fatto da “Tessuto Sociale” https://tessutosociale.it/ , un progetto di Cooperativa Sociale Insieme https://insiemesociale.it/ realtà vicentina il cui scopo è di prendere questi abiti smessi, igienizzarli, sistemarli e rimetterli nel mercato in totale trasparenza e tracciabilità.

Voglio lasciarvi quindi con dei pratici consigli che possiamo adottare ogni volta che stiamo per acquistare qualcosa:

– informarci sull’origine e la provenienza di ciò che stiamo acquistando guardando banalmente l’etichetta che sta all’interno del capo e prediligere fibre completamente naturali o mono fibra;

– portare appunto i nostri vestiti nei centri di raccolta delle nostre città assicurandoci che siano certificati e ufficiali, per farli rimettere nei negozi.

– Rivendere i nostri abiti sulle varie piattaforme online a disposizione, o creare dei piccoli gruppi con conoscenti e amici per scambiarli

– Cercare di sistemare i vestiti e mantenerli in buone condizioni per farli durare nel tempo

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Com'è iniziato tutto...

Tutto è partito dal momento in cui ho aperto la mia attività come Modellista Freelance e le mie pagine social, ma non solo anche quando mi confronto con le persone che non fanno parte di questo mondo e mi chiedono che lavoro faccio vedo la loro espressione cambiare: alcuni si illuminano e iniziano a farmi mille domande, altre non capiscono bene qual é il mio lavoro e come si svolge, altre ancora mi guardano come se venissi dalla luna e potrei andare avanti all’infinito. Perciò per svariati motivi quando ho aperto le mie pagine social di Instagram e Facebook, inizialmente è stato per farmi conoscere, ma poi con il tempo ho capito che poteva essere un potente strumento di Informazione e Divulgazione.

Ecco quindi che nasce questo spazio dove mi piacerebbe scrivere di argomenti in modo più approfondito e fare chiarezza su alcuni temi. Come funzionano alcuni aspetti di questo settore, il dietro le quinte della parte operativa e tecnica, Sostenibilità e Consapevolezza,  e tanto altro.

informazioni

MASSIGNAN VALENTINA
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